In 30mila a Gragnano per festeggiare la pasta Igp
Milano, 16 set. (askanews) - La pasta è per eccellenza l'alimento simbolo della convivialità e della condivisione. Protagonista di infinite ricette, è riuscita a mantenere il suo posto a tavola nel corso del tempo, adeguandosi a esigenze e trend in continua evoluzione. Prendendo in prestito un aggettivo dal vocabolario quotidiano, potremmo definirla social, protagonista di tavole e schermi su cui festeggiare momenti ed emozioni. Per celebrarla, il Consorzio di tutela di questa Igp, ha organizzato "Gragnano città della pasta", un evento in collaborazione con il Comune napoletano e la Regione Campania che per la sua 22esima edizione ha visto la partecipazione 30 mila persone."Gragnano è la città della pasta. Non possiamo dire che è il luogo dove è nata la pasta, perché non lo si sa, ma è certamente la culla della pasta, cioè dove il fare la pasta è diventata un'arte e una professione - ha detto Massimo Mennapresidente del Consorzio di tutela Pasta di Gragnano Igp - Più di 500 anni fa esistevano a Gragnano una miriade di piccoli operatori, potremmo dire, che producevano pasta. E la essiccavano all'aperto perché uno dei motivi, il motivo forse principale per cui Gragnano è la città della pasta è la sua posizione, il suo clima". Sulle colline gragnanesi, con le montagne alle spalle e di fronte il mare, la pasta trova il clima ideale per l'essiccazione, passaggio fondamentale per la sua qualità. E' per far conoscere questi segreti e celebrare la pasta in ogni forma e formato che il Consorzio ha aperto anche quest'anno le porte della città accompagnando golosi e curiosi tra mulini e pastifici, richiamando sul territorio chef stellati e food creator, organizzando convegni e showcooking. Una festa che quest'anno celebra proprio l'anima social di questo alimento:"La pasta è qualcosa che tutti noi vogliamo, sì mangiare, ma condividere con gli altri - ha evidenziato - Che ci mette attorno al tavolo e ci fa condividere, oltre al piacere del cibo, le nostre gioie, le nostre considerazioni. Si chiacchiera, si fa quello che oggi si faceva, e si continua a fare per fortuna con la pasta, quello che oggi si fa anche sui social media". Questa 22esima edizione, tuttavia, cade in un anno particolare: i 20anni del Consorzio di tutela della pasta di Gragnano Igp una occasione per ripercorrere le tappe fin qui raggiunte e darsi nuove prospettive"I traguardi principali del Consorzio sono stati nel 2013 l'ottenimento della denominazione europea pasta di Gragnano IGP, la denominazione protetta. Nel 2019 la trasformazione da semplice consorzio promotore, potremmo dire a consorzio di promozione e tutela della pasta di Gragnano. Il grande sforzo che le aziende gragnanesi hanno fatto negli anni per conservare e diffondere questo prodotto bellissimo che è la pasta di Gragnano IGP e mettendolo un po' al sistema hanno cercato di comunicare sempre di più il valore della pasta e difendere anche il nome pasta di Gragnano Igp". Per festeggiare questi vent'anni di attività alla kermesse a Gragnano sono invitati anche gli altri consorzi di prodotti Igp e Dop con cui la pasta di Gragnano si accompagna.
2024-09-16T17:43:38Z
La cellulosa dei pannolini diventa fertilizzante bio
Magliano de' Marsi, 12 set. (askanews) - Da scarto a risorsa: la polvere di cellulosa di Ontex grazie alla lombricoltura diventa uno tra i migliori fertilizzanti bio esistenti. Nel contesto dell'economia circolare, Ontex, leader mondiale nel settore dei prodotti per l'igiene personale, in collaborazione con Omnisyst, lanciano un progetto innovativo che trasforma la polvere di cellulosa, un sottoprodotto derivante dalla produzione di pannolini, in fertilizzante naturale attraverso la lombricoltura. Abbiamo parlato con Elise Barbé, Group Sustainability Manager Ontex: "In Ontex vogliamo introdurre la sostenibilità in ogni prodotto che sviluppiamo e, poiché siamo un'azienda produttrice, generiamo anche rifiuti. Proprio per quanto riguarda i residui di produzione, abbiamo tre passi principali da compiere: il primo è evitare che si creino residui già in fase di produzione; il secondo è riutilizzarli; e il terzo è riciclare i rifiuti rimanenti. Questo progetto è un'iniziativa fantastica per il riutilizzo dei residui di produzione e quindi lo sosteniamo".Il progetto di lombricoltura, sviluppato dall'azienda agricola La Terra di Gaia, prevede l'utilizzo di lombrichi per decomporre la polvere di cellulosa, trasformandola in humus di alta qualità, un fertilizzante ad uso biologico. Il sottoprodotto viene posizionato sotto la serra e successivamente la polvere di cellulosa viene utilizzata nella lettiera miscelata con una deiezione di asino. Nella lettiera sono posizionati i lombrichi che si nutriranno del composto per la trasformazione in Humus di lombrico. Interviene Gaia Lombardi, proprietaria de La Terra di Gaia: "Ottenendo questo prodotto, che è un fertilizzante biologico, noi riusciamo a restituire al terreno una matrice organica importante per aggiungere fertilità, per recuperare e per correggere. Posso dire che negli anni abbiamo avuto grosse soddisfazioni nel distribuire il nostro prodotto tra appassionati, aziende agricole e parchi storici". Omnisyst, azienda impegnata da trent'anni nella gestione circolare dei residui industriali, utilizza tecnologie avanzate per monitorare e ottimizzare i processi di gestione degli scarti di produzione. Infine, è intervenuto Antonio Cafagna, District Manager Omnisyst: "La partnership è nata basandosi su tre punti principali che sono i kpi che richiede Ontex: il primo è la tutela legale del brand; il secondo è il multisourcing quindi la continuità del servizio, avendo un network di 1.500 impianti riusciamo poi ad indirizzare e valorizzare lo scarto; al terzo punto abbiamo la valorizzazione degli scarti industriali. Il vantaggio che Ontex riceverà da questa iniziativa è duplice: la riduzione dei rifiuti e la valorizzazione, adesso questo materiale diventa un prodotto valido per un altro utilizzatore". Un progetto che esemplifica come le aziende possano integrare pratiche sostenibili nei loro processi produttivi, creando valore aggiunto dai loro scarti e contribuendo alla riduzione dell'impatto ambientale.
2024-09-12T10:11:52Z
Gazpacho all'anguria - È sempre mezzogiorno 12/09/2024
Francesca oggi prepara un antipasto tipico dell'Andalusia. Si inizia preparando il pane profumato che verrà utilizzato come contorno per questa ricetta. Francesca dispone 4 fette di pane casereccio su una teglia, le aromatizza con il sale, l'olio, l'origano e le inforna a 190° per 4 minuti. Si occupa quindi del gazpacho: taglia in piccoli pezzi i pomodori, il cetriolo, il cipollotto e il peperone rosso. Trasferisce poi le verdure in una ciotola e le condisce con il sale, l'aceto e qualche goccia di tabasco. Aggiunge, spezzettandole, due fette di pane non tostato e lascia macerare il tutto per 5 ore. A tempo trascorso, Francesca frulla il tutto unendo anche i cubetti di anguria privati dei semi, il ghiaccio e l'olio. Una volta setacciato il composto ottenuto, Francesca è pronta per impiattare il gazpacho in una ciotola, ultimando con la stracciatella sfilettata messa a crudo, il pane bruschettato e qualche foglia di basilico. Ingredienti per il gazpacho: 200 g di anguria 500 g di pomodori 1 cetriolo 1 cipollotto 1 peperone rosso Aceto di vino rosso Salsa piccante Ghiaccio Per il pane profumato: 6 fette di pane casereccio Origano Sale Olio evo Per decorare: 200 g di stracciatella Basilico Cottura: 190° per 4 minuti.
2024-09-12T12:42:51Z
Parma, Oldani e Spigaroli "firmano" la quinta edizione della Cena dei mille
Parma, 12 set. (askanews) - Materie prime uniche al mondo, creatività e intuito, impresa e turismo. Il cibo è una faccenda seria a Parma la città emiliana che nel 2015 è stata insignita del titolo di 'Città creativa Unesco per la gastronomia'. Ma a certificarlo sono anche le persone che per una sera si sono sedute a una tavolata lunga 400 metri allestita nella via principale del centro storico. Una cena preceduta dall'aperitivo con i migliori prodotti delle filiere della Parma Food Valley."Siamo stati abilitati dal mondo, cerchiamo di creare qualcosa di inimmaginabile fino allora - spiega Massimo Spigaroli, chef e presidente della Fondazione Unesco -. Mettiamo tavola a mille persone con i prodotti di Parma, con il nostro sapere, con i cuochi di Parma, invitando anche altri cuochi, altri chef che arrivano da fuori la nostra città e così arriva la cena dei mille". La quinta edizione di un progetto, di un lavoro di squadra che tiene insieme consorzi, associazioni, istituzioni. La cena è stata realizzata anche dagli chef di ALMA, Parma Quality Restaurants e l'associazione CheftoChef che hanno creato il menù insieme a Iginio Massari e Davide Oldani, servito al tavolo da oltre 200 tra camerieri, personale di sala e sommelier. "E' un menu armonico dove io ho messo del mio per poter rendere omaggio alla città che mi ospita, Parma - spiega Oldani -. Quindi c'è una semplice, semplicissima ma non banale sfoglia di pasta. C'è un ragù vegetale, totalmente diverso da quello che c'è a Parma, però il ricordo è appunto questa sfoglia, questo tocco di pomodoro e poi la freschezza nel piatto con un frutto, che sono dei piccoli pezzettini di anguria. Quindi è l'estate in toto, però con omaggio a Parma".Per concludere con un dolce che in realtà è un pre-dessert. "C'è meringa, basilico, limone e un tocco di Parma con una violetta - racconta Gino Fabbri, Maestro pasticcere -. Abbiamo fatto quello che farà la differenza tra il salato e il dolce".Ancora un record per l'edizione 2024: mille biglietti venduti in meno di due ore. "Se prima passavate tra i tavoli la gente che fotografava e che instagrammava, si percepiva il senso di leggerezza - prosegue Oldani -. Anche tra quelli che lavoreranno, cioè camerieri, sommelier, cuochi, c'è questo senso di leggerezza che è il bello della vita".A tavola anche tanti turisti stranieri che hanno deciso di allungare la vacanza e scoprire i tesori del territorio, tra l'arte ed esperienze gastronomiche. "E poi si siede a questa tavola infinita, dove mettiamo il meglio della nostra città e dove raccontiamo quello che è un sistema Parma, un sistema di orgoglio, un sistema di qualità, un sistema di una città, un territorio che ancora un sapore tutto suo e questo la differenzia dal mondo" conclude Spigaroli.
2024-09-12T10:56:49Z
In Provenza sperimentazioni per salvare i rosè dal global warming
Roma, 16 set. (askanews) - I cambiamenti climatici hanno un forte impatto anche su agricoltura e viticoltura. In Provenza, famosa per i suoi rosati freschi, estivi e profumati, i produttori sono preoccupati e cercano soluzioni alternative per preservare le caratteristiche dei loro vini. La difficoltà, spiega Adeline de Barry, viticoltrice di Taradeau, è fare in modo che i vini non risultino troppo dolci: "Il rischio è che i vini siano troppo alcolici e che manchino di note fruttate e sfumature, quindi dobbiamo essere molto attenti al modo in cui vendemmiamo. Bisogna vendemmiare esattamente al momento giusto, quando l'uva è pronta ma non troppo avanti, né troppo verde e allo stesso tempo con abbastanza frutto. Quindi bisogna essere sempre più precisi" dice.Le temperature più elevate producono infatti una maggiore quantità di zucchero nell'uva, quindi una maggiore gradazione alcolica durante la vinificazione, ma il rosè è particolarmente apprezzato per la sua leggerezza, che va garantita.L'aiuto viene anche dalla natura: si sperimenta in vigna piantando filari di alberi da frutto, arbusti e piante, oltre a ravanello daikon e semi di senape, che apportano oligoelementi e fanno in modo che le radici favoriscono la penetrazione dell'acqua nei periodi di siccità e caldo estremo; e allo stesso tempo si stanno testando nuove varietà di uva, incroci tra quelle tipiche dei rosè francesi della zona, come il Cinsault, e altre provenienti da regioni o paesi con climi particolarmente caldi, come la Sicilia, ad esempio con il Nero d'Avola, la Grecia e la Spagna.Il disciplinare della della DOP Cotes de Provence autorizza questa sperimentazione: "Sono circa 200 le varietà che testiamo ogni anno per studiare i diversi parametri di questi vini - dice Gregori Lanza, responsabile del progetto enologico del Centro Rosé - innanzitutto i parametri aromatici, che saranno importanti per la produzione di un rosato provenzale, poi i parametri cromatici, tutto ciò che ha a che fare con il colore, perché anche il colore è importante. Poi ci sono i parametri di acidità e alcol, che sono minacciati dal riscaldamento globale. Quindi cercheremo varietà che producano vini meno 'alcolici', un po' più acidi, per preservare la freschezza dei vini provenzali".Perché si tratta pur sempre di un'industria che vale tra 800 milioni e 1 miliardo di euro, a seconda dell'anno. E il 40% viene esportato.
2024-09-16T17:43:36Z
Cibo buono e giusto, da Slow Food 10 proposte per il G7 Agricoltura
Roma, 12 set. (askanews) - Mettere al centro delle agende politiche globali il valore del cibo, elemento essenziale per assicurare diritti fondamentali per tutti gli esseri umani e chiave di volta per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite. È questo il messaggio che Slow Food rivolge ai leader del G7 Agricoltura, in programma a Siracusa a fine settembre. Dal sostegno alle aziende che producono secondo pratiche agroecologiche al favorire la riduzione degli sprechi lungo tutta la filiera; dalla regolamentazione di tutti gli Ogm, garantendo ai consumatori trasparenza e tracciabilità, all'educazione alimentare obbligatoria nelle scuole, da Slow Food arriva ai leader del G7 Agricoltura un programma in 10 punti per un cibo buono, pulito e giusto per tutti.Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia: "La visione è un'altra idea di mondo, l'idea di un sistema alimentare globale basato sulla giustizia, sull'equità, con l'obiettivo importantissimo e in questo momento direi vitale di integrare finalmente le attività umane in maniera armonica con gli ecosistemi e il sistema alimentare è al centro di questo obiettivo".I ministri del G7 si riuniranno a Siracusa negli stessi giorni in cui si tiene "Terra Madre Salone del Gusto", la più importante manifestazione internazionale dedicata al cibo buono, pulito e giusto, organizzato da Slow Food e in programma a Torino dal 26 al 30 settembre, con oltre 3000 rappresentanti da 120 Paesi. Al centro dell'evento ci sarà il rapporto tra gli essere umani e la natura, con l'obiettivo di abbandonare una logica basata solo sul profitto e adottare invece una prospettiva "bio-logica"."Il nostro claim - spiega ancora Nappini - è 'We are Nature' quest'anno, quindi 'Siamo natura': un cambio di paradigma importante per cui invece che gestire la natura, controllarla o addirittura salvarla, che oggi appare abbastanza presuntuoso, noi ci percepiamo come parte di un tutto. Quindi una proposta importante di cambio di prospettiva".Un ruolo fondamentale è affidato poi ai giovani, che saranno tra i protagonisti di "Terra Madre Salone del Gusto": "Ci saranno i giovani non soltanto di Slow Food, ma di molte altre organizzazioni italiane che si occupano di cibo, di agricoltura e di ecologia in generale. Diamo spazio e voce ai giovani", conclude Nappini.Per Slow Food è infatti urgente un investimento in educazione alimentare, per diffondere nelle nuove generazioni consapevolezza sul valore del cibo e per consentire di fare scelte consapevoli.
2024-09-12T15:26:55Z